Pubblicato il in Fatti e notizie
di

La proposta di legge Fabio Rampelli sulla lingua italiana

La proposta di legge Deputato Fabio Rampelli (qui il testo della proposta) è destinata a far parlare di sé. Inevitabilmente. Si tratta di norme che vogliono preservare l'uso della lingua italiana in contesti istituzionali e più in generale pubblici, dal momento che interessa anche l'insegnamento nelle scuole. La proposta di legge imporrebbe l'uso esclusivo della lingua italiana nella didattica fatto salvo per l'insegnamento delle lingue straniere.

Lo scontro politico sul così detto sovranismo linguistico

Nel momento storico che stiamo vivendo, con un governo per la prima volta nella storia del dopoguerra marcatamente di Destra, si amplificano a livello mediatico tutte le questioni che riguardano il sentimento nazionale e quello che viene inquadrato nel termine sovranismo. In questo caso sovranismo linguistico.

Il sentimento di Destra e il sentimento di Sinistra in Europa

Quando nell'Europa continentale si parla di Destra e Sinistra, si tende a contrapporre non tanto una visione economica - come invece nella dicotomia politica tra destra e sinistra d'oltreoceano (Stati Uniti d'America) -, quanto un sentimento di identità nazionale conservatore e protezionista (la Destra) contro un sentimento di identità globale, superamento dei confini nazionali ed espansione culturale (la Sinistra).

Ma al di là di quello che può essere l'intenzione della legge, cerchiamo di capire tecnicamente di cosa stiamo parlando.

Perché usiamo termini stranieri nella lingua italiana?

Partiamo dalla domanda di fondo. Se si usano termini stranieri - principalmente ma non esclusivamente inglesi - nella lingua italiana sia nel parlato sia nello scritto, una ragione ci deve essere. Ed infatti c'è.

In particolare con il progresso tecnologico e la globalizzazione delle merci ma anche del pensiero, i termini inglesi si sono prestati ad essere termini universali e universalmente comprensibili. Termini che restano quindi invariati nonostante la lingua, con un vantaggio immenso a livello di comunicazione e di standardizzazione di alcuni concetti.

Neologismi universali

Il primo caso quindi è per i neologismi che nascono in inglese ma che di fatto superano le differenze linguistiche e diventano non più semplicemente inglesi ma universali. Termini che prima non esistevano. Ad esempio il termine internet. Oppure il termine cloud che in senso tecnologico certo non significa nuvola. Oppure pensiamo al termine hosting per i siti web.

Quindi tecnicamente, non sono termini stranieri, bensì neologismi comuni a tutte le lingue.

La nostra opinione è che i neologismi a struttura linguistica straniera non ledono in alcun modo l'integrità linguistica nazionale. L'aggiornano, rendendola al passo con i tempi.

Termini intraducibili

Ci sono poi termini inglesi, ma ad esempio anche francesi o latini che non hanno un corrispettivo nella lingua italiana. E la cui traduzione è quanto meno artificiosa.

Immaginate la forza espressiva di un tout court alla francese, oppure l'immediatezza di friendly e delle sue derivazioni (user-friendly, computer-friendly).

Tolleriamo ovviamente le espressioni in latino che riteniamo parte fondante della lingua italiana. Quindi espressioni come conditio sine qua non, oppure super partes, o ancora sui generis, ad hoc, o semplicemente idem. Anche questi sono termini ed espressioni difficilmente traducibili, ma non diversamente da tanti termini inglesi o comunque stranieri entrati nel nostro linguaggio in assenza di un reale corrispettivo italiano.

Termini efficienti

La lingua inglese è diventata internazionale non solo per l'influenza del mondo anglosassone. Lo spagnolo e il francese avrebbero avuto le stesse chance, pardon opportunità (e perdonatemi anche per il pardon allora...) di diventare internazionali. La ragione non è politica ma linguistica, l'inglese usa mediamente:

  • termini più brevi
  • termini dal significato univoco e meno fraintendibile
  • termini adatti a contenuti tecnici

Termini attuali

Infine la lingua inglese spesso recepisce e traduce concetti nuovi in nuovi termini con anticipo rispetto alle lingue romanze. E non è quindi un caso che poi le altre lingue, italiano incluso, adottino di fatto neologismi inglesi.

L'articolato della proposta di legge

Articoli 1, 2 e 3: garantire la lingua italiana agli italiani

La proposta si apre con articoli che promuovono la lingua italiana, ma soprattutto garantiscono che in Italia si possa sempre usufruire di servizi pubblici in lingua italiana. Questo esclude che un servizio sia presentato o richieda la conoscenza di una lingua straniera per poterne usufruire.

Articolo 4: ammissione termini stranieri in assenza di corrispettivo italiano

Nell'articolo 4 al comma 2 si legge quello che abbiamo precisato sopra, il caso dell'intraducibilità di un termine: È ammesso l'uso di sigle e di denominazioni in lingua straniera in assenza di un corrispettivo in lingua italiana.

Articolo 5: la lingua italiana necessaria per i contratti di lavoro

Al comma 1, si integra l'articolo 146 del Codice Civile indicando che i contratti di lavoro devono essere scritti in lingua italiana ed eventualmente tradotti in altre lingue: Il contratto deve essere stipulato nella lingua italiana. Il contratto è tradotto in lingua straniera qualora una delle parti contraenti sia residente o cittadino in un Paese diverso da quello italiano.

Articolo 6: la lingua italiana nelle istituzioni scolastiche

Qui, ahimè, proprio a livello linguistico, ci si perde nelle parole. Bastava forse scrivere che si garantisce l'insegnamento della lingua italiana salvo specifiche necessità didattiche, invece, ci si perde in affermazioni e contro-affermazioni.

Si legge che Negli istituti scolastici di ogni ordine e grado nonché nelle università pubbliche italiane le offerte formative non specificamente rivolte all'apprendimento delle lingue straniere devono essere in lingua italiana. . Aggiungendo poi che Eventuali corsi in lingua straniera sono ammessi solo se già previsti in lingua italiana, ma si deve poi precisare che sono fatte salve eccezioni giustificate dalla presenza di studenti stranieri, nell'ambito di progetti formativi specifici, di insegnanti o di ospiti stranieri.

Articolo 7: istituzione Comitato di tutela, promozione e valorizzazione della lingua italiana a esecuzione i principi enunciati nell'articolo 1

Se nell'articolo 1 si dichiara che lo Stato si impegna a tutelare e promuovere la lingua italiana, all'articolo 7 si prevede la costituzione e la forma del Comitato predisposto:

Articolo 8: le sanzioni per la violazione dei principi

Questo è l'origine della discordia, si prevedono sanzioni molto importanti (fino a 100.000 euro, cifra onestamente sproporzionata) per la violazione delle norme, quindi l'uso improprio ai sensi di legge di termini stranieri in atti o documenti amministrativi, istituzionali e pubblici.

Altri articoli dalla sezione Fatti e notizie

Parlare una seconda lingua rallenta l'invecchiamento cognitivo
Pubblicato il in Fatti e notizie
di
Parlare una seconda lingua rallenta l'invecchiamento cognitivo

L'inglese come seconda lingua aiuta a mantenere le facoltà cognitive in salute più a lungo e a ritardare il naturale declino cognitivo. >>

L'inglese nel mondo del lavoro
Pubblicato il in Fatti e notizie
di Gloria Patricia Taylor
L'inglese nel mondo del lavoro

I vantaggi competitivi della padronanza della lingua inglese in un mondo del lavoro sempre più globale e multiculturale. >>